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Il senso della verità, la ricerca costante della stand-up comedy; il rapporto con la scrittura e con il processo creativo. L’ispirazione e la fede. E poi il meccanismo della risata, l’importanza di darsi completamente, fino in fondo, e il peso del confronto. L’intervista.
Dalla paura per l’uscita al cinema del suo primo film, La vita da grandi, alla regista che alla fine sente di essere diventata. E poi i primi cortometraggi, il provino in Accademia, l’importanza delle storie e il peso che hanno all’interno della sua vita. La voglia di fare, di sperimentare e di mettersi alla prova. Il rapporto con Matilda De Angelis sul set, il colpo di fulmine con il teatro negli Stati Uniti. E il senso della responsabilità come artista e come persona. L’intervista.
Gli anni del liceo, l’ansia e la paura di non essere abbastanza; l’ossessione per fare bene ed essere la più brava. La decisione di lasciare l’università e di iscriversi all’Accademia. La danza e l’importanza di sentirsi stanchi, completamente coinvolti. E poi i personaggi, che sono il punto d’accesso per ogni nuovo progetto, e la possibilità di poter cambiare in continuazione. Dove sta la bellezza e dove, invece, la felicità. L’intervista.
Il lento innamoramento con il fumetto, il rapporto con sua sorella maggiore, la decisione di scrivere Tutto sotto controllo, il suo nuovo libro edito da Rizzoli Lizard. E poi il ruolo delle immagini, l’importanza dello stile, la visceralità del disegno, la necessità di cambiare, l’infanzia a Taglia di Po e la voglia continua di poter sperimentare. L’intervista.
Dall’incontro prima delle riprese di Paternal Leave, in sala in questi giorni con Vision Distribution, all’esperienza dell’esordio alla regia di un lungometraggio (per Alissa Jung) e come attrice protagonista (per Juli Grabenhenrich). E poi la sfida di diventare grandi, l’importanza della fiducia, riconoscersi nell’altro per riconoscere innanzitutto sé stessi. Il lavoro con Luca Marinelli, i mesi in riviera; le ore di prove ogni giorno. L’intervista.
L’infanzia a Orvieto, il rapporto con i genitori; la voglia di recitare e di trasferirsi a Roma subito dopo il liceo. E poi le prime esperienze, il giudizio degli altri e il desiderio di perfezionismo. Il personaggio di Mary e il set di Malamore. Essere una buona amica e ritrovare il tempo per respirare. L’intervista.
Dalla decisione di fare l’attrice all’esperienza sul set de L’amore che ho, dove interpreta Rosa Balistreri. E poi la voglia di mettersi costantemente alla prova, la passione per il teatro, i ricordi di New York e di Londra, e l’idea di casa, di cui è sempre alla ricerca. La paura di non sorridere abbastanza e l’innocenza perduta dell’infanzia. L’intervista.
Dall’esperienza in Inghilterra ai tre anni alla Silvio D’Amico, dalla grande prova del teatro alla consapevolezza ritrovata sui set di cinema e tv. E poi la paura per il futuro, per il tempo che passa, la passione per la scrittura e la sua idea di amore. L’intervista.
Dall’incontro con Pupi Avati, per L’orto americano, ai prossimi progetti in Francia. E poi il rapporto con la noia, con le aspettative, l’amore per il proprio lavoro e le cose che, in questi anni, ha imparato. L’intervista.
Dal ritorno in teatro con Scene da un matrimonio alla decisione di prendere casa a Venezia, dalla sua infanzia divisa tra Stati Uniti e Italia al duro impegno che richiede la recitazione. E poi l’esperienza quotidiana, la passione per il disegno, l’amore per la musica e la voglia di essere sempre diversa. L’intervista.
Dall’esordio in Io speriamo che me la cavo di Lina Wertmüller al primo film di Greta Scarano, La vita da grandi, in questi giorni al cinema. Dall’esperienza in teatro, tra consapevolezza e paura, alla decisione di fare l’attore. E poi l’incontro con Paolo Villaggio, la tournée di Gomorra e il bisogno di andare in scena e di cambiare. L’intervista.
Dalla decisione di lasciare l’università a cinque esami dalla laurea al colpo di fulmine con la recitazione. Dall’esperienza in Cina, dove ha passato un anno, a quella sul set de Il Turco, il suo primo progetto internazionale. E poi l’incontro con Giorgio Armani, l’amore per l’arte, il rapporto con sua madre, sua sorella e sua nonna. L’intervista.
Con La città proibita, ora al cinema con PiperFilm, Mainetti ha voluto girare un film di genere circondandosi di veri artisti marziali. È partito da un’intuizione, influenzata da Per un pugno di dollari di Sergio Leone, e alla fine ha raccontato esattamente la storia che aveva immaginato. L’intervista.
In Diva Futura, Denise Capezza si è trasformata in Moana Pozzi dopo averla studiata con attenzione. Guardando le sue vecchie interviste e ascoltando le testimonianze dei suoi amici, ha capito il senso profondo di sensualità ed eleganza. Oggi è in Turchia per le riprese di una serie in costume. Quello di cui ha più bisogno ora, dice, è fermarsi per ritrovare il proprio centro. L’intervista.
L’interpretazione di Lila ne L’amica geniale, il rapporto con la recitazione e l’esperienza in teatro; l’amore per i contrasti e per le contraddizioni, la bellezza nelle storture e in ciò che spaventa. Napoli, Milano e Parigi. E poi il mare d’inverno e i lunghi viaggi in macchina. L’intervista.
Il rapporto con il teatro e con gli spettacoli dal vivo, la voce come estensione della propria identità e il corpo come strumento per esprimersi; i meccanismi dell’ispirazione, la libertà della musica e del disegno e l’importanza di prendere sempre appunti per ritrovare sé stessi. L’intervista.
Gli anni del teatro, il rapporto febbrile con la scrittura. E poi Napoli, i tour in giro per l’Italia e l’arrivo al cinema. L’incontro con Paolo Sorrentino, il ruolo in Parthenope e i nuovi libri. Tra poesia, potere e meraviglia. L’intervista.
Dall’incontro con il produttore Gaetano Di Vaio alla decisione di scrivere la sceneggiatura di Ciao Bambino, in sala dal 23 gennaio. Dall’influenza de Il cielo sopra Berlino di Wim Wenders alla scelta del bianco e nero. E poi la ricerca estenuante degli attori, l’esperienza di lavorare con suo padre, il cinema come incontro tra due estremi e l’incredibile sforzo di pazienza che viene richiesto ai registi esordienti. L’intervista.
La sfida di interpretare Mussolini nella nuova serie di Sky, il confronto con la propria famiglia; l’importanza di riconoscere il proprio ruolo e la propria responsabilità come attore. E poi il decimo anniversario di Lo chiamavano Jeeg Robot e di Non essere cattivo, avere 40 anni, l’avventura del Cinemittu, il ritorno in teatro e l’opera prima come regista di Alissa Jung. L’intervista.
La passione per il giornalismo, il liceo, le prime esperienze e i primi viaggi. Dal podcast Polvere, fatto con Chiara Lalli, a Stories di Chora Media. E ancora: Il Foglio, gli Esteri e che cosa vuol dire fare informazione oggi.
Il produttore Amedeo Pagani ricorda il primo incontro con il grande attore italiano nella sua villa a Velletri e il tempo trascorso insieme sul set de Lo sguardo di Ulisse, l’ultimo a cui prese parte Volonté. L’intervista.
Dalla primissima idea a uno sviluppo durato anni, dall’importanza della verità nei film alla sua visione del racconto e della messa in scena. E poi l’incontro con James Franco, protagonista di Hey Joe, al cinema dal 28 novembre con Vision Distribution, il rapporto con Napoli, il lavoro con gli attori non professionisti e la cura nella ricostruzione e nello studio. L’intervista.
Dagli anni del liceo a quelli del Centro Sperimentale di Cinematografia, dagli esordi come attore alla consapevolezza dell’esperienza. E poi Modi - Tre giorni sulle ali della follia, il nuovo film di Johnny Depp al cinema dal 21 novembre con Be Water Film, in cui interpreta Amedeo Modigliani. L’intervista.